I libri che nessuno voleva pubblicare

Pubblicata in: News 08/04/2019

Qualche parola di incoraggiamento per gli aspiranti scrittori, per quegli autori che non sono ancora riusciti a farsi pubblicare. Ebbene, sappiate che Agatha Christie ha collezionato cinque anni di rejection letters prima di diventare una delle più grandi scrittrici di romanzi gialli. A Vladimir Nabokov era stato consigliato di sotterrare per almeno un migliaio di anni il suo Lolita, così come Jack Kerouac si era sentito dire che On The Road era impubblicabile perché scritto male.
Non abbattetevi, dunque: gli editori non hanno sempre ragione… e se nel caso ce l'avessero, un rifiuto può sempre diventare l’occasione per migliorare la propria opera.
Aspiranti scrittori: tenete duro e date un’occhiata a tutti quegli autori famosi che hanno dovuto sudare parecchio prima di diventare i più importanti nomi della letteratura internazionale

 

Dan Brown
“È scritto così male.” Poche, dure parole per un libro famoso in tutto il mondo. Si tratta de Il Codice da Vinci (The Da Vinci Code), di Dan Brown. Dopo parecchi rifiuti, un’antica casa editrice come la Doubleday, fondata nel 1897, decise di correre il rischio e lo pubblicò. Ne sono state vendute 200 milioni di copie.

Richard Bach
“Nessuno vorrà leggere un libro che parla di un gabbiano.” E invece Il gabbiano Jonathan Livingston (Jonathan Livingston Seagull) di lettori ne ha avuti tanti, almeno 40 milioni in tutto il mondo. L’autore Richard Bach non si è fatto mai scoraggiare dai continui rifiuti ricevuti dagli editori. E ha avuto ragione.

J. D. Salinger
Ecco la motivazione che J. D. Salinger ricevette dall’editore che rifiutò il suo romanzo: “Abbiamo l’impressione di non conoscere abbastanza il personaggio principale.” Salinger non si fece scoraggiare, anzi, prese molto seriamente la critica ricevuta e riscrisse buona parte de Il giovane Holden (The Catcher In The Rye). Holden, il protagonista della sua opera, che fu pubblicata dopo le correzioni, divenne l’icona di una intera generazione.  

Margaret Mitchell
Margaret Mitchell, la scrittrice americana, ha dovuto ricevere ben 38 rifiuti secchi dagli editori, prima di riuscire a vedere il suo romanzo Via col vento (Gone with the wind) stampato ed esposto nelle librerie. Era il 1936 e, un anno dopo, l’autrice vinceva il premio Pulitzer Prize for Fiction. Nel 1939, veniva realizzato l’omonimo colossal cinematografico, interpretato da Scarlett O’Hara e Clark Gable. Un successo in tutto il mondo.

Stephenie Meyer
Può darsi che non apprezziate il genere, ma può esservi utile sapere che il romanzo Twilight, di Stephenie Meyer, è stato rifiutato per ben 14 volte consecutive prima di finire in stampa e vendere 120 milioni di copie. Il romanzo è rimasto per 91 settimane nella classifica dei best seller del New York Times.

Beatrix Potter
Chi non conosce i teneri coniglietti di Beatrix Potter? Il suo primo libro, The Tale of Peter Rabbit, fu rispedito al mittente talmente tante volte che l’autrice decise di pubblicarne 250 copie a sue spese. Le 150 milioni di copie restanti sono state vendute in tutto il mondo, una volta che il libro è stato pubblicato da un regolare editore.

Vladimir Nabokov
“Le raccomando di sotterrarlo sotto una pietra per un migliaio di anni.” Così si è sentito rispondere Vladimir Nabokov dall’editore che aveva appena finito di leggere il suo Lolita. Rifiutato dai più grandi editori, Nabokov ci prova in Francia e questa volta ottiene la pubblicazione. Lolita venderà 50 milioni di copie.

Agatha Christie
Dopo 5 anni di continui rifiuti, finalmente l’autrice trova una casa editrice disposta a pubblicare il suo primo libro. I suoi gialli oggi sono i libri più venduti al mondo… Solo  William Shakespeare ne ha venduti di più.

William Golding
“Una fantasia assurda e poco interessante... noiosa spazzatura."  Lettera di rifiuto di pubblicazione senza mezzi termini per William Golding, ricevuta per  suo libro di esordio Il signore delle mosche (The Lord Of The Flies). L’opera, pluripremiata, venderà più di 14 milioni di copie e l’autore, nel 1983, vincerà il Premio Nobel per la letteratura.

Jack Kerouac
"La prosa è frenetica, spezzettata e senza senso.” Questo sembra il giudizio generale degli editori che si sono rifiutati di pubblicare Sulla strada (On The Road) di Jack Kerouac. Solamente la Viking Press, casa editrice americana, sarà così coraggiosa da pubblicare l’opera. On The Road vende regolarmente più di 60.000 copie all’anno.

Herman Melville
“La nostra opinione è unita e compatta contro la pubblicazione del libro, considerato troppo lungo e antiquato.” Stiamo parlando di Moby Dick scritto da Herman Melville. Dopo parecchi rifiuti, la Harper & Brothers, casa editrice americana, decise di pubblicarne 3000 copie e solo 50 di queste vennero vendute mentre Melville era ancora in vita.

Marcel Proust
“Non riesco a capire come possa un uomo aver bisogno di 30 pagine per spiegare come si rigira nel letto prima di addormentarsi.” Con questa motivazione, uno dei più importanti capolavori della letteratura, Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu), di Marcel Proust, venne rifiutato da una casa editrice francese.

James Joyce
Dopo ben 22 rifiuti di pubblicazione, uno dei capolavori della letteratura inglese, Gente di Dublino (Dubliners), di James Joyce, viene finalmente dato alle stampe. Se ne venderanno solo 379 copie e 120 le comprerà l’autore stesso.

Francis Scott Fitzgerald
"Storia assurda come un romanzetto, un melodramma o come il racconto della vita dell’alta società di New York." Parole dure per Francis Scott Fitzgerald quando si vede rigettare il suo manoscritto Il grande Gastby (The Great Gatsby), diventato poi uno tra i più venduti classici della letteratura americana.

Louisa May Alcott
“Che continui a fare l’insegnante.” Così rispose l’editore a  Louisa May Alcott, che cercava di farsi pubblicare Piccole donne (Little Women). L’opera, una volta pubblicata, ha venduto milioni di copie e, dopo 140 anni, viene ancora ristampata regolarmente.  

D. H. Lawrence
Dopo aver raccolto un rifiuto dopo l’altro in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, D. H. Lawrence decide di auto pubblicarsi a Firenze. L’amante di lady Chatterley (Lady Chatterly’s Lover) viene così stampato nel 1920, ma sarà vietato per una trentina d’anni perché ritenuto osceno. Ripubblicato solo dopo il 1960, il romanzo diventerà subito un best seller in tutto il mondo.

 

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