I quattro toni sono fondamentali per chi vuole imparare il cinese. Occorre studiare bene come funzionano e conoscere le eccezioni che riguardano soprattutto il tono più complicato: il terzo.
Come abbiamo visto nella lezione La sillaba cinese: iniziali, finali e toni, i quattro toni sono elementi fondamentali da imparare per chi vuole imparare il cinese.
Spesso la loro importanza viene messa erroneamente in secondo piano, invece è bene sottolineare che, in cinese come in molte altre lingue, se una parola viene mal pronunciata non si viene capiti e si può pure incorrere in spiacevoli equivoci.
Un esempio? Mamma si dice 妈 mā, che non deve essere confuso con mǎ 马, cavallo!
La pronuncia, fattore cardine nello studio del mandarino, per molti rappresenta un vero e proprio ostacolo. In effetti, la massiccia presenza di suoni nuovi, le posizioni innaturali che bocca e lingua devono assumere, di certo non aiutano.
Dal canto mio, non posso fare altro che invitarvi ad affrontare questa esperienza con lo stesso approccio con cui vi avvicinate a un piatto nuovo, a una cucina diversa dalla nostra: occorre essere curiosi e, soprattutto, molto flessibili.
Potevano forse mancare delle eccezioni alle regole quando si impara una nuova lingua? No, altrimenti non sarebbe una lingua viva.
Parlando di toni, è soprattutto il terzo tono, il più complesso come andamento melodico, a variare a seconda del tono della sillaba che lo segue.
Ecco alcuni esempi per vedere come si comporta il terzo tono a seconda della sillaba che lo segue:
北京 Běijīng → Pechino
Terzo + primo = si pronuncia solo la parte discendente, il primo tono rimane uguale.
旅游 lǚyóu → viaggiare (per turismo)
Terzo + secondo = si pronuncia solo la parte discendente, il secondo tono rimane uguale.
你好 nǐhǎo → ciao
Terzo + terzo = il primo terzo tono diventa secondo, il secondo terzo tono rimane uguale.
请坐 qǐng zuò → accomodati!
Terzo + quarto = si pronuncia solo la prima parte, il quarto tono rimane uguale.
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