
Revenge porn è un’espressione inglese che, tradotta letteralmente, vuol dire vendetta porno o pornovendetta. La locuzione è nata per definire la condivisione online di video o immagini contenenti scene di sesso esplicite senza l’autorizzazione di chi vi appare.
Spesso tale materiale viene prodotto nell’ambito di una relazione intima tra due persone consenzienti, ma può anche succedere che la vittima non si accorga che vengono scattate delle foto o girati dei video durante il rapporto sessuale. Quando la relazione finisce, il partner che viene lasciato si vendica condividendo online le immagini sessuali e fornendo i dettagli necessari per rendere riconoscibile la vittima.
In Italia l’espressione revenge porn viene utilizzata anche in contesti in cui non si parla propriamente di vendetta, ma si tratta comunque di diffusione illecita di pornografia senza il consenso delle persone rappresentate nelle immagini.
Dal 9 agosto del 2019, anche in Italia, il revenge porn è diventato un reato che lede la privacy, la reputazione e la dignità della persona e, come tale, viene regolamentato dall’articolo 612 ter del Codice penale con il titolo “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” (revenge porn).
Il revenge porn viene punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chi riceve tale materiale e lo diffonde senza l’autorizzazione di chi viene rappresentato nelle immagini.