Whisky, tradotto letteralmente dal gaelico scozzese, vuol dire water of life, acqua della vita.
La bevanda altamente alcolica viene ottenuta dalla fermentazione e dalla distillazione di cereali come l’orzo, il mais, la segale e il frumento, uniti a un mix di lieviti. Segue poi un invecchiamento di almeno tre anni in botti di rovere.
La Scozia e l’Irlanda sono i produttori più importanti di whisky al mondo e ancora se ne contendono la paternità. Ma anche se in Irlanda i frati conoscevano tutti i segreti della produzione del superalcolico più famoso al mondo già nel 1400, in realtà non esistono prove certe di dove si sia spillato il primo bicchiere.
In scozzese il famoso distillato si chiama Whisky, o Scotch whisky (se rispetta i canoni dettati dallo Scotch Whisky Act, il regolamento che ne definisce le caratteristiche fondamentali). In irlandese la grafia cambia in Whiskey, ma la pronuncia rimane la stessa.
Cambia il modo di scriverlo e cambia anche il sapore del superalcolico nei due paesi: gli whisky scozzesi hanno aromi e sapori strettamente collegati al territorio dove vengono prodotti, mentre quelli irlandesi sono più legati alla maestria del distillatore.
Nel resto del mondo la scelta se scriverlo in un modo o nell'altro non dipende da nessuna regola in particolare: italiani, inglesi, australiani e canadesi usano whisky, come gli scozzesi, mentre gli americani preferiscono whiskey all'irlandese.
Mentre le marche degli whisky irlandesi hanno solitamente nomi legati all’inglese britannico, gli whisky scozzesi hanno marche impronunciabili che vi proponiamo. Ecco le pronunce più difficili:
Dalwhinnie | Bowmore |
Caol Ila | Laphroaig |
Glenlivet | Bruichladdich |
Glenmorangie | Bunnahabhain |
Strathisla | Lagavulin |
Aberfeldy | Talisker |
Auchentoshan | Tobermory |
Glenkinchie | Springbank |